Venerdì 6 settembre, alle ore 19,00 presso la Chiesa di Sant’Antonio, a Modica Alta,prossimo appuntamento della rassegna “Sulle tracce della Modica Antica, uomini e storie ,segni e parole” di IngegniCultura: “I tesori nascosti della Modica pre-terremoto, la Chiesa di Sant’Antonio nel quartiere Consolo”
Filo conduttore della nuova tappa, come nei propositi degli organizzatori, ancora una volta Modica Alta ed in particolare il quartiere “u Cunsulu”, dove trovavasi una chiesetta ove veniva praticato il culto dell’elargizione della consolazione dalla Madonna della Consolazione. Da qui presumibilmente il nome di via Consolo, oggi via Roma e a seguire corso Principessa Maria del Belgio.Della chiesetta non rimangono tracce, anche se non si esclude che la stessa possa coincidere con quella rinvenuta,in occasione di lavori di restauro, nella parte sottostante la pavimentazione della navata della Chiesa di Sant’Antonio, tesoro nascosto contenente importanti tracce di un passato lontano. Ancora una volta, quindi , una chiesa come punto di snodo per conoscere antichi quartieri che sin dal secolo XXII a.C., nell’antica età del Bronzo, si dipartivano dal colle dell’Aquila ed in particolare dalle sue pendici, abitati da popolazioni che si stanziarono sullo sperone roccioso, cuore primigenio della città prospiciente le cave sottostanti. Lo storico Placido Carrafa,convinto assertore di una caratterizzazione cristiana della parte alta di Modica in età tardo antica, scriveva che nel 1597 fu emanato un editto con cui si impose il divieto di edificazione nell’area compresa fra la chiesa di San Giovanni Evangelista ed il complesso conventuale di Santa Maria del Gesù, risoluzione probabilmente adottata per motivi strategici e difensivi, poiché da qui si dipartivano due strade che portavano da una parte verso Ragusa e dall’altra verso Noto. La successiva edificazione dell’edicola del Calvario, in questo punto della città venne dunque a costituire, oltreché un luogo di devozione popolare, una sorta di crocevia(matrice) da cui si dipartiva,in particolare, l’importante arteria viaria verso Giarratana che veniva così a costituire un metaforico confine dell’area abitata.
Credenza popolare vuole l’esistenza della “Grotta dei Parrini”, una sorta di camminamento sotterraneo, molto lungo, che sembra mettesse in comunicazione le zone estreme della città alta con diramazioni, addirittura, verso Modica bassa. Lo studio di realtà urbane simili a quelle di Modica lasciano pensare che esistesse una rete di passaggi sotterranei che in caso di pericolo portava fuori dell’abitato.
In questo contesto la Chiesa di Sant’Antonio , edificata prima del secolo XVII, con l’aggiunta del rinvenimento della chiesetta sottostante , rappresenta un caso di studio,
Infatti nel regesto della visita pastorale a Modica di mons. Fortezza (9-15 maggio 1683), la chiesa è annoverata fra quelle urbane e vi sono elencati gli altari in essa esistenti: Maggiore, Concezione, Assunzione, SS. Crocifisso, annunciazione della Beata Vergine.
Risulta, inoltre, interessante in questa elencazione la citazione della Chiesa di Santa Maria della Consolazione, annoverata tra le chiese extra moenia ubicate nel territorio di Modica.
Sembra ormai certo che a causa del terremoto dell’11 gennaio 1693 l’edificio subì dei danni, non così ingenti da decretarne una totale ricostruzione.
Chi oggi ha interesse a conoscere il passato della città di Modica e vuole andare alla ricerca delle sue testimonianze più eloquenti,anche in una logica di promozione e valorizzazione culturale e turistica della città, non può assolutamente prescindere da un antico quartiere il Consolo,porta di ingresso della città antica, pittoresco e vivo palcoscenico che si affaccia nella vallata del Passo Gatta e della Fontana Grande ove si ergono maestose, posizionate su lati opposti, le Chiese di San Giovanni Evangelista con la piazza e la sontuosa scalinata, e quella di Sant’Antonio con il suo campanile punto di osservazione sull’intera vallata,con al vertice il complesso Conventuale di Santa Maria del Gesù.
Accompagnatori per l’occasione saranno Don Gino Tirrito, parroco di Sant’Antonio, che racconterà il rinvenimento, in seguito a sua felice intuizione, della chiesetta inferiore con altare annesso, della prof.ssa Mirella Spillicchi che in un recente passato ha curato la pubblicazione di un suo approfondito studio contenente un percorso guidato alla chiesa di S. Antonio da Padova e al suo dintorno e di Mario Incatasciato, presidente di IngegniCultura, ente organizzatore dell’evento, che convinto sul ruolo propulsore che il quartiere può rappresentare per il rilancio dell’intera città, offrirà ai presenti suoi ricordi d’infanzia riguardanti “u Cunsulo” com’era, ed in particolare la chiesa di “Sant’Antuninu”meta di tanti fedeli.
E’ prevista la visita della chiesetta inferiore e del campanile.
L’ing. Simona Incatasciato, specialista in economia del recupero e della valorizzazione dei beni culturali, fornirà infine un riferimento storico al tessuto urbanistico e all’assetto abitativo insistente nell’area compresa fra l’odierna via Roma, la via Botta e la via Calvario, con possibilità di visita all’edicola omonima.
Ingresso libero
Per ulteriori informazioni, rivolgersi a:
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