Tra le due profonde gole percorse dai torrenti Asinaro e Salitello, in un luogo solitario e arroccato a 425 m sul monte Alveria sorge Noto Antica,la gloriosa città che il terremoto del gennaio 1693 rase al suolo. I ruderi di case, palazzi, fontane, chiese e conventi sembrano fantasmi lapidei circondati dai resti della poderosa cinta muraria che aveva reso inespugnabile la città nei secoli. Le mura cinquecentesche diroccate sembrano insistere nel voler abbracciare e proteggere un mondo che sussurra nel silenzio ma che è andato perduto. Tutti i secoli che la furia devastatrice spazzò via, sono ancora sepolti tra le macerie. Ogni rudere è la pietrificazione di un ultimo istante di vita.