Ragusa - Non stupiamoci se fra un anno o più, a Kyoto, in uno dei ristoranti più esclusivi della città giapponese, famosa in tutto il mondo per l'armonia del suo contesto urbano con l'ambiente naturale, troveremo una bavarese di pistacchi, la crema di fave, la focaccia o i "mustazzoli" ragusani. Akiko Okazaki, 32 anni, giapponese in visita a Ragusa in questi giorni, per aiutare l'amica del cuore a preparare il suo matrimonio (l'amica convolerà a nozze con un ragusano), ha deciso di inserire nell'indagine che sta svolgendo come ricercatrice all'Università di Kyoto, un lungo capitolo dedicato alla cucina iblea. E non è finita. Akiko scriverà e descriverà con piglio scientifico, visto che lei è una dietista, alcune ricette locali su una delle riviste giapponesi a tiratura nazionale con le quali collabora.
"La cucina iblea è meravigliosa, racconta Akiko, da molti anni tantissimi cuochi giapponesi vengono in Italia per apprendere dai vostri migliori chef la straordinaria arte culinaria italiana, quindi io non posso contribuire a una moda, già affermata, che è quella di apprendere i vostri segreti da parte di miei connazionali: il mio, piuttosto, è un approccio scientifico, da ricercatrice". Akiko apprezza profondamente la bontà e i sapori della cucina iblea.
"In due settimane ho già messo due chili", assicura la Okazaki. Già alcuni anni fa questa ricercatrice giapponese, all'epoca era una studentessa, era venuta in Sicilia, per la prima volta ospite della sua amica Kyaio, e aveva apprezzato i piatti tipici locali. In questa seconda visita, Akiko si è organizzata in maniera puntigliosa, scrivendo quotidianamente un "diario di cucina". Ogni piatto che assapora, salato o dolce che sia, viene trascritto nel diario giornaliero, inserito nel menu complessivo del pranzo o della cena, del giorno. "Se poi c'è qualcosa che mi colpisce più profondamente, rispetto alle altre ricette che ho gustato, allora la disegno" spiega Akiko. I fogli del diario di cucina di questa intraprendente giapponese sembrano lo story board di una pubblicità italo-giapponese. Le illustrazioni di Akiko sono perfette e, accanto a esse, vi sono i commenti in lingua giapponese e i nomi dei piatti, in lingua italiana o siciliana.
Fonte ragusanews