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Le cene modicane di Carmelo Chiaramonte in Texas 24/02/2010  

 

Profumo di carciofi e cioccolato di Modica in Texas

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Stati Uniti - Dici Texas e pensi ai piatti "tex mex", a Lyndon B. Johnson e a George W. Bush, ai Texas Rangers e a fumanti barbecue nei ranch assolati. E invece in questi giorni si respira profumo di piatti italiani, quelli veri, nello Lone Star State,  come viene chiamato, lo "Stato della stella solitaria".  Grazie infatti a un evento, che dura addirittura tre settimane, curato dall''Italian Trade Commission, uno chef siciliano tra i più estrosi e conosciuti per i piatti fedelissimi al territorio, con alcuni produttori della autentica eccellenza "made in Italy" sono protagonisti di alcune cene, degustazioni, lezioni di cucina che stanno entusiasmando gli americani.
  Lo chef si chiama Carmelo Chiaromonte e si è reso disponibile anche ad andare nei supermercati a spiegare come si può mangiare secondo lo stile mediterraneo autentico, rifuggendo dal Parmisan falsificato e dalle mozzarella "made in Usa".  A portare i nostri veri prodotti ci ha pensato Nundini Farms, importatore di specialità alimentari in Texas, che ha curato la logistica della manifestazione. Riso Carnaroli, Parmigiano Reggiano, colatura di alici, guanciale affumicato di Amatrice, olio di oliva delle valli trapanesi, cioccolato di Modica.   Con  il catanese Chiaramonte, a guidare gli educational, c'è la "food writer" piemontese Roberta Corradin, autrice di un bel libro sulle donne in cucina -  "Le cuoche che volevo diventare", Einaudi - e collaboratrice dello staff di Identità Golose.  Roberta mi ha mandato un po' di notizie e di foto di questo suo viaggio a Houston, che mi fanno un po' ricordare il mio "book tour" di tre anni fa negli Stati Uniti, in tutta la costa Est. Allora fui sorpreso - positivamente - dall'attenzione degli americani per le tematiche spiegate nel libro scritto con Carlin Petrini, "Slow Food Rivolution". 
Capisco che oggi  l'interesse negli States  è ancora più alto, mi pare, visto che il Texas non è New York o Miami o Boston. Così infatti racconta questa sua esperienza texana la scrittrice Corradin,  via e-mail:  "Va detto che il Texas - mi scrive Roberta - si trova in una posizione geografica strategica per le importazioni agro-alimentari e vinicole: da qui si raggiunge con costi e tempi ragionevoli una grossa fetta di Stati Uniti. Sensibilizzare i texani ai veri prodotti italiani è quindi il primo passo per aprirsi la via.  La manifestazione si intitola Una finestra di profumo italiano in Texas e si svolge a Houston dal 17 febbraio fino al 7 marzo, e riprenderà a maggio con una serie di eventi ed educational nei supermercati della catena HB".
"Il programma - continua Roberta - è stato inaugurato il 17 febbraio al ristorante Toni’s, quindi Carmelo’s ha ospitato una serata all’insegna dell’ospitalità siciliana (il proprietario è di Giardini Naxos) (21 febbraio). I prossimi appuntamenti saranno da Amici’ (26 febbraio), Simposio (4 marzo), e in fine l’ultimo dal celeberrimo Valentino dello chef modicano Piero Selvaggio (7 marzo). Inoltre Carmelo Chiaramonte terrà lezioni di cucina all’Art’s Institute (23 febbraio) e alla Houston Chef Association (2 marzo) e una mattinata di incontri gastronomici con i clienti del supermerca H&B".  
Infine, una curiosità: Carmelo Chiaramonte e Roberta Corradin raccontano il  Texas come “ospiti” del blog di Andrea Graziano (www.andreagraziano.com). Spiega la scrittrice: " Così come Italian Trade Commission ha scelto uno chef siciliano come ambasciatore del made in Italy gastronomico, ci ha divertiti l’idea di raccontare questa finestra di profumo italiano in Texas attraverso un occhio e un blog tutto siciliano. Mi sembra importante far sapere che esportiamo la qualità del nostro artigianato gastronomico. Come dire: bufala dop, non bufale".
Evviva, dunque,  questo inaspettato profumo di Italia nel cuore del Texas...



ps: ho ricevuto il menu con i commenti di Roberta Corradin, che aggiungo volentieri:

MENU CENA DI APERTURA---

- Sfoglia di grano, mazzarella di bufala dop, guanciale affumicato di Amatrice, Parmigiano Reggiano, olio al basilico e succo di pomodoro.
Con Serragghia, bianco 20007 igt Zibibbo di Pantelleria Gabrio Bini
Praticamente una quesadilla, perché Carmelo voleva giocare sulle radici ispaniche del tex-mex, sovrapponendo gli ingredienti italiani. Il che aveva scandalizzato l’establishment che aveva chiesto di cambiare il menu. Abbiamo cambiato solo i nomi (sfoglia di grano invece di quesadilla), memori della grande lezione di Tomasi di Lampedusa (“cambiare tutto, per non cambiare niente”). Una standing ovation. Praticamente, una quesadilla che ha studiato non solo le lingue, ma proprio l’educazione civica italiana. Una materia che sarebbe simpatico riciclare nelle nostre scuole, by the way. E poi cos’era quello Zibibbo, un’esplosione di pompelmo al naso, una cosa che finalmente capisci cosa voleva dire Catullo, “deos rogabis totum  ut te faciant, Fabulle, nasum” (e pregherai gli dei, Fabullo, perché ti faccian tutto naso).


- Risotto ai cinque agrumi, gamberi cotti e crudi, e cucchiaio di caviale di scorza d’arancia.
Con Etna Rosso doc Rina 2006, Girola,o Russo.
Con questo piatto eravamo tutti suoi. La cottura del riso, la gioia degli agrumi che riecheggiavano tra loro, la doppia consistenza dei gamberi… un piatto di una sensualità nuziale. E l’Etna Rosso che si apriva come un racconto a più livelli. Felicità nel piatto. Oggi alla conferenza stampa ho raccontato che la parola italiana felicità deriva dalla radice indoeuropea

–fe che significa l’appagamento del neonato sazio del seno della madre , e cioè che la felicità, per noi, ha a che fare con la sazietà del primo cibo della vita. Una piccola passeggiata tra le montagne italiane, al mattino presto. L’ultimo nato tra i cucchiai di Carmelo, nella serie “passeggiata in un mercato di Beirut”, “un pezzetto di cioccolato dopo una gita in barca”…. Prima di assaggiarlo ti chiedi che c’entra quel nome.  Dopo che l’hai assaggiato, sai che era l’unico nome possibile…..

- Due forchetti di maccheroni alla bolognese.
Con Pigi Azienda Agricola Poggio di Bortolone.
Il piatto più educational del menu. I commensali dicevano “ma allora questo è il ragu alla blognese”. Una vera scoperta per loro. E che cos’era il Pigi!

- Guancia di manzo Santa Cruz in agrodolce, caponatina di carciofi al cioccolato di Modica.
Con Marsala Superiore Riserva 10 anni, Marco De Bartoli.
Ancora una provocazione firmata Carmelo. Non un manzo italiano ma la varietà locale (in Texas) Santa Cruz. Amoreggiava con il cioccolato di Modica nella salsa e ammiccava al Marsala De Bartoli.

- Una pallina di gelato di pistacchio in olio extravergine di oliva, sale integrale e tartufo bianco.
Un pre-dessert spiazzante.  Chi è stato a Identità Golose ricorda la giornata sull’olio di oliva che comprendeva anche gli usi in pasticceria. Il sale, il tartufo, erano tutti percorsi che ti
attraevano fuori traccia. Sensuale.

- Raviolo fritto alla ricotta, profumo di limone, cannella e sciroppo d’acero.
Con Abraxas, Passito di Pantelleria doc

Un finale in crescendo, anche qui l’idea di Carmelo era di citare il tex-mex, però con le note tutte siciliane di limone e cannella accarezzate dal Passito.

Tags: carmelo chiaramonte , roberta corradin , texas ,

Fonte Ragusanews

 

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