Riprendiamo da Adnkronos “Prestiti di lungo termine di alcuni nostri beni culturali ai musei stranieri, per averne in cambio restauri, finanziamenti, promozione culturale dell’Italia. E’ l’idea di Rocco Buttiglione, già ministro dei Beni Culturali, lanciata dalle colonne del Corriere della Sera. Se c’e’ un ambito in cui l’Italia è una superpotenza, sostiene il presidente dell’Udc, è quello della cultura, grazie all’enorme patrimonio di cui disponiamo. Eppure il relativo comparto è assolutamente sottofinanziato, e un enorme patrimonio giace nell’incuria in magazzini”.
Tutto vero, mancano i fondi per gestire un patrimonio culturale ampio come il nostro; mancano i fondi per i restauri, per i musei, per gli scavi archeologici e quando in una delle nostre città c’è da “guardare” sottoterra per una qualsiasi opera pubblica (ma non solo) c’è sempre il timore che il suolo possa restituire chissà quale bene; com’è accaduto a Napoli con i lavori per la metropolitana o a Roma in una moltitudine di casi, oppure durante i lavori per l’alta velocità Roma – Napoli. E così va a finire che anche una ricchezza, un’incommensurabile ricchezza, finisca per diventare un peso.E’ certo che i depositi dei pricipali musei del Belpaese basterebbero da soli a colmare altrettanti musei se non di più, di capolavori. Insomma, è come possedere un garage stacolmo di Ferrari e non potersi permettere il costo della benzina e dell’assicurazione. Ma sono questi motivi sufficinetemente validi per poter “cedere” le armi e lasciare che a gestire il nostro patrimonio siano altri? Proprio nelle settimane scorse, Daring ha affrontato il tema musei con due articoli: uno che ha tentato un confronto tra la situazione italiana e la gestione (brillante) del museo del Louvre; ed un altro nel quale abbiamo riportato il Dossier musei 2009 redatto dal Touring club italiano. In parte i due articoli contengono delle risposte, la prima delle quali è in una gestione più aperta del museo, che dovrebbe diventare sempre più luogo di servizi alla cittadinanza. In quest’ottica si potrebbe anche accettare l’idea dell’affitto di alcuni spazi per eventi privati, così come avviene al Louvre (il ricavato va ovviamente al bilancio del museo). Allora l’idea di Buttiglione non può essere liquidata come una provocazione, è un progetto. Tuttavia una cosa è certa: la proposta diverrà presto polemica (se avrà adeguata risonanza) e allora ci troveremo di fronte a due o più schieramenti, i fovrevoli, i contrari ed i possibilisti. Ne torneremo a parlare…Nota finale: qualche anno fa a Napoli si sollevò un’accesa polemica perchè era stato concesso il teatro San Carlo ad un’agenzia pubbliciatria che vi aveva ambientato gli scatti per un calendario commerciale (biancheri intima se non erro). Molti gridarono alla violazione del “tempio” della musica. E certi tristi bilanci economici non sono peggio? (AD)