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Terravecchia, una piccola Pompei a Giarratana 29/06/09 
 

Giarratana - Quello che si pensava fosse più leggenda che storia ora è realtà. Dell'antica Terravecchia si è sempre parlato, ma nessuno avrebbe mai immaginato che quel sito è un autentico scrigno, dove è ben conservato il medioevo e il rinascimento. Quello che ha colpito gli archeologi è il grado di conservazione degli immobili e soprattutto della chiesa attigua la fortificazione. Ci troviamo, insomma, di fronte a quella che il dirigente del servizio per i Beni archeologici della Soprintendenza, Giovanni Di Stefano, non ha esitato a paragonare a una piccola Pompei. La campagna di scavi potrebbe svelare tanti dettagli della vita di oltre cinque secoli fa. Una vera miniera d'oro per Giarratana se un giorno potesse sfruttare, da un punto di vista turistico, il suo passato.
A fare il punto ci ha pensato l'equipe francese d'archeologi, diretti dal professor Philippé Raciné, dell'Università della Picardia, che da anni conduce una campagna di scavi in quel sito. L'insigne studioso e i suoi collaboratori hanno evidenziato che il momento più importante di questo lavoro è l'aver riportato alla luce parti della chiesa di San Giovanni Battista. In particolare vari muri perimetrali, le fondamenta della navata sinistra e i basamenti delle colonne, tutti in un buono stato di conservazione. Gli archeologi sono ben consapevoli che l'intero edificio potrebbe riservate tante sorprese, sia per quanto riguarda l'aspetto costruttivo, sia per i piccoli tesori d'arte che potrebbe nascondere. Gli studiosi, in base anche ai dati raccolti anche in passato hanno ipotizzato una ricostruzione urbanistica di Terravecchia, la città preesistente a Giarratana distrutta dal terremoto del 1693. Le mura di cinta della città, che in alcuni tratti si sono conservate, sono costruite con enormi massi e seguono i margini dell'altipiano rendendolo una vera fortezza. L'impianto urbanistico che affiora dagli scavi è veramente singolare. Si tratta di una serie di strade parallele larghe 3.5 metri, tutte con direzione Nord-Sud, che creano isolati piuttosto allungati, dove sorgono abitazioni di tipo classico, con un cortile interno al centro sul quale si affacciano i vari ambienti.
Tra tutti gli edifici, quello di maggior valore è, per l'appunto la chiesa del Battista. Gli archeologi francesi, poi, avanzano un'altra interessante ipotesi. Poiché nelle zona urbanizzata non è stato trovato nessun punto d'acqua a Terravecchia, probabilmente l'approvvigionamento idrico era assicurato da «serbatoi di piena o sotto terra». Questo sito, posto su un tronco di collina, l'11 gennaio 1693, andò distrutto. I superstiti si spostarono più a valle e lì fondarono l'attuale Giarratana, lasciandosi alle spalle, per sempre, un villaggio che ora aspetta di rinvenire e svelare i suoi segreti.
Il sindaco di Giarratana, Pino Lia, durante la cerimonia di presentazione dei risultati, ancora parziali, della campagna di sccavi, ha espresso soddisfazione per i risultati della missione archeologica e ha invitato tutte le istituzioni competenti a compiere la loro parte, affinchè l'antica Terravecchia possa essere riportata interamente alla luce e diventi un'attrazione per studiosi e turisti. Stesso auspicio è stato formulato anche dalla soprintendente Vera Greco e dal presidente della Provincia, Franco Antoci.
Gazzettadelsud

 
    sciclinews.com - 28/06/2009
 
 
   
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