Dopo i tagli delle cattedre che hanno determinato un duro colpo alle speranze di tanti precari, ecco in vista il ddl 953 dell’on. Valentina Aprea, presidente della commissione cultura della Camera, con il quale il governo in carica intende riordinare lo stato giuridico dei docenti.
Probabilmente molti insegnanti attratti dall’ “azione benefica” del voto di condotta non hanno seguito l’iter del richiamato ddl e potrebbero ritrovarsi impreparati e sorpresi per gli effetti che determinerà nella scuola italiana.
Finora la distinzione fra insegnanti era tra supplenti, incaricati a tempo determinato e indeterminato, con la carriera segnata solo dagli scatti di gradone uguali per tutti. Con la probabile approvazione del progetto Aprea si aprirà per i docenti italiani una fase del tutto nuova scandita da una carriera determinata su tre livelli : docente iniziale, ordinario, esperto. Ad ognuna di queste tre fasi corrisponderanno altrettante fasce retributive.
La progressione da iniziale a ordinario sarà valutata da un’apposita commissione(costituita da ?…) che terrà conto dei crediti formativi e dei titoli posseduti. Non sono previsti per questo passaggio esami o corsi di formazione ai quali invece dovrà sottoporsi chi aspiri a passare da ordinario ad esperto.
Quest’ultimo dovrà essere sottoposto ad esami e a corsi di formazione per verificare i suoi prerequisiti ed accertare se sarà in grado di svolgere compiti di responsabilità quali ad esempio la formazione iniziale ed in itinere dei colleghi docenti, i compiti di coordinatore didattico e di valutatore dell’altrui didattica e financo di collaboratore del dirigente.
Il ddl Aprea rivoluziona pure il sistema di reclutamento dei docenti per cui non sarà più il docente a scegliersi la scuola, ma la scuola il docente attraverso un istituendo albo regionale al quale si potranno iscrivere gli insegnanti con laurea abilitante, conseguita cioè dopo un biennio di formazione ed un concorso.
In questo progetto è prevista , ahimè, la scomparsa delle rsu che tanto “bene” hanno determinato alla già “ottima” salute della scuola italiana, e la tanto decantata area separata di contrattazione del personale Ata (amministrativo,tecnico, ausiliario).
La riuscita di questa legge, probabile di approvazione in tempi rapidi, dipenderà come al solito dai fantomatici corsi di formazione da organizzare, dal monitoraggio della didattica (ad opera di chi…) e cosa ancora più delicata dalla valutazione del personale, operazione improba perché determinerebbe , per la prima volta,l’introduzione della meritocrazia nella scuola.
La proposta di legge dunque interviene sugli assetti del sistema scolastico, prevedendo cambiamenti ad ampio raggio, sulla base di un assunto reale che vede emergenza formativa e non attuazione del processo di autonomia, dovuto ad inerzie burocratiche, quali cause dei mali della scuola su cui
intervenire.
La scuola, a nostro parere, avrebbe bisogno di rivedere profondamente gli assi culturali su cui poggia la relazione didattica, molto se ne è detto, ben poco è stato fatto; avrebbe bisogno di attivare concretamente e rapidamente gli strumenti valutativi che le permettano una vera responsabilizzazione
e autonomia professionale; avrebbe bisogno di far crescere una vera cultura dell'autonomia e della meritocrazia a dispetto delle intrusioni burocratiche; avrebbe bisogno di un investimento vero in risorse umane ed economiche.
Regionalismo, privati, mercato, libera professione per i docenti, possono rappresentare una risposta adeguata ai problemi della scuola? Non c'è un nesso diretto fra malattia e cura proposta, se non la cieca fiducia nei meccanismi che governano l'organizzazione aziendale. Resta poi da dimostrare quanto le scuole trasformate in fondazioni (tutte? o non soltanto quelle appetibili) possano veramente attrarre finanziamenti privati e quanto un consiglio di amministrazione di cui fanno parte rappresentanti degli enti locali (sic!) e ipotetici esperti esterni, possa innescare virtuosi meccanismi di miglioramento assumendo spazi di decisione anche di tipo didattico. giovanni.incatasciato1@istruzione.it cultura@ingegnicultura.it