Tempo di scrutini a scuola. Sicuramente uno dei momenti più significativi dell’anno scolastico in quanto da sempre costituisce la naturale verifica degli esiti del processo di insegnamento- apprendimento. Saranno giornate di ansia, non solo per gli alunni e per le loro famiglie, ma anche per gli insegnanti che con un voto numerico dovranno valutare gli allievi, sia in ordine al profitto che al comportamento.
La recente Legge n. 169/2008 ha, infatti, introdotto delle novità e modalità sicuramente più restrittive rispetto al recente passato.
Il dibattito, più che incentrarsi sul valore assegnato al voto per ogni materia, si dilunga, con la buona pace di tutti, sul voto di condotta connotandolo come l’”elisir “ di tutti i mali.
Un voto in condotta inferiore a 6 decimi comporta l’automatica bocciatura e l’esclusione dall’esame finale di Stato.
E’ questo lo spauracchio al centro di ogni discussione, mentre tutto ciò che attiene ai criteri, agli strumenti, alle modalità per valutare gli apprendimenti degli studenti passa in secondo piano.
Con la circolare ministeriale n. 46 del 7 maggio 2009 è stato precisato, altresì, che il voto di condotta concorre alla determinazione della media complessiva dei voti, e per gli Esami di Stato all’ammissione o alla non ammissione all’esame stesso e alla definizione del credito scolastico.
Rispetto alla precisazione contenuta nella circolare, restano immutate le perplessità , nel merito, da molti manifestate.
E’ evidente che un ragazzo con 10 in condotta potrà permettersi delle insufficienze senza correre rischi per la sua ammissione, mentre uno con una o due insufficienze e con un voto di condotta più basso correrà il rischio di restare appiedato. E come si comporterà il Consiglio di classe nel valutare due studenti, uno con la media del 5,5 in tutte le discipline e con 6 in condotta e un altro con la media del 5 e qualche grave insufficienza, ma con 10 in condotta?
Ancora una volta non si trova di meglio che scaricare sulla scuola tutte le responsabilità . Sarà arduo per i docenti, nel valutare i propri allievi ai fini della continuazione degli studi, scegliere fra l’alunno brillante ma bullo e quello tonto ma educato.
Ed intanto al termine degli scrutini del primo quadrimestre nella scuola secondaria di secondo grado risulta che le insufficienze in condotta sono state 34.311, delle quali 8.151 con la sola insufficienza in comportamento. I più indisciplinati agli istituti professionali, seguono i tecnici.
La maggior parte dei 5 sono stati dati al Sud.
Risulta inoltre che il 72% degli studenti ha riportato almeno una insufficienza (lo scorso anno era il 70,3%).
Maggiori carenze si registrano negli Istituti professionali (con l’80% dei ragazzi con almeno un’insufficienza) e nelle regioni del Centro Sud.
La verità è che si rimanda sempre alla giungla della vita la selezione dei giovani, perché la scuola così come concepita non è certamente in condizione di valutare , gratificare e incentivare i propri studenti.