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viaggio nei siti archeologici iblei. Castelluccio, Branco Grande, Baravitalla e Cava Lazzaro 

da  /www.laportadeltempo.com/news.asp?ID=4076

Agli inizi del secondo millennio a.C. inizia, in Sicilia, la prima età del bronzo. La cultura archeologica più caratteristica di questo periodo è quella di Castelluccio, sito di un villaggio preistorico con circa duecento tombe scavate nella roccia, in località "cava della Signora". Agli inizi del secolo sia la tomba che il villaggio sono stati oggetto di scavi diretti da Paolo Orsi. Il villaggio sorgeva in cima ad uno sperone roccioso, affiancato da profonde gole, in ottima posizione difensiva. L'Orsi rinvenne grandi quantità di ceramica e alcune tombe ancora intatte, i cui ingressi erano chiusi con muratura a secco o con lastre di pietra. Accanto agli scheletri furono trovate lame di ossidiana, asce di basalto, armi di pietra. Questi ritrovamenti permisero agli archeologi di datare questa cultura fra il 1800e il 1400 a.C.

Non molto si conosce circa la spiritualità e le credenze religiose di questa cultura. Sicuramente queste popolazioni credevano che la vita non si esaurisse con la morte fisica e ciò si può dedurre dai corredi funerari ritrovati, dalla simbologia utilizzata e dalle statuette votive.

Siti castellucciani sono anche il villaggio preistorico di Branco Grande, le necropoli di Contrada Baravitalla e le necropoli di Cava Lazzaro nel territorio di Rosolini.

Branco Grande fu identificato agli inizi del novecento nel litorale a Sud est di Camarina ove sorgeva su una terrazza rocciosa circondata da dune di sabbia dorata.

Lì sono stati rinvenuti tratti di fortificazioni e resti di alcune decine di capanne e sono stati recuperati manufatti litici e vascolari. Lo sviluppo di questa piccola comunità fu sicuramente legato ad una serie di fattori ambientali e climatici favorevoli quali polle d'acqua, pura e potabile, che sorgevano fra gli scogli nonché da varie sorgenti disseminate ai piedi dell'altopiano ibleo. A ridosso di questo grazie al clima umido, vi erano pascoli verdi e abbondanza di legnami.

La "Contrada Baravitalla" occupa l'altopiano roccioso con cui inizia la testa nord di Cava D'Ispica. Questo sito faceva parte sicuramente di un'area densamente abitata e ricca di villaggi. Sono stati rinvenuti i resti di un villaggio e una necropoli costituita da una cinquantina di tombe. Queste sono tutte a "forno "di varie dimensioni, alcune con volta piatta altre a cupola. Una di queste tombe in particolare veste un carattere di monumentalità grazie alla singolarità delle sue decorazioni prospettiche. La bella facciata, lievemente concava, presenta una decorazione a finti pilastri, dieci in tutto, cinque per parti ricavati ai lati di un'apertura quadrangolare di piccole dimensioni. La prospettiva della tomba, scolpita nel calcare è resa più movimentata dai finti pilastri che sembrano creare l'illusione di un piccolo portico.

Cava Lazzaro è una bella valle che corre parallela a Cava d'Ispica. All'inizio della valle si trova la necropoli costituita da un numero notevole di tombe, parecchie delle quali di tipo monumentale a finti pilastri, in cui si notano incisioni a doppia spina di pesce e a disco puntinato. Del villaggio che sovrasta la necropoli rimangono scarse tracce.

Giovanni Mario Incatasciato

Servizio curato da Ingegnicultura, laboratorio di progettazione e servizi per l'ingegneria e i beni culturali di Modica.

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di Giovanni Mario Incatasciato
(2 Aprile 2009)

 

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