Gli scandali del malcostume accademico. Le ricette per rilanciare l’università.
Lettura da non perdere quella del libro sulla ”Università truccata” di Roberto Perotti, docente di Economia politica alla Bocconi con esperienze maturate alla Columbia University e allo European University Institute.
L’opera pubblicata per Einaudi fotografa impietosamente quello che lo stesso autore definisce una catastrofe educativa fatta di sperperi, scandali e malcostume.
“L’università truccata” si propone di scuotere politici, corpo accademico, studenti ,avanzando, nel contempo. ipotesi di riforme semplici ma radicali.
A parere dell’Autore la riforma dell’intero sistema formativo non deve essere bandiera di questo o quello altro schieramento politico, smontata e rimontata secondo le proprie convenienze, quanto piuttosto una rivoluzione culturale seria e profonda che garantisca attraverso un processo di “normalità”, qualità, efficienza, pari opportunità e mobilità sociale.
Alla base di questa azione l’introduzione di una seria, effettiva valutazione meritocratica.
Secondo il suo punto di vista oggi la riforma del sistema educativo è sicuramente quella più difficile, perché vede alleati nel contrastarla da una parte i più accaniti conservatori (mondo politico e sindacale), dall’altra i più “sognatori”, i più in buona fede, studenti e giovani docenti, che purtroppo vengono sistematicamente ingannati da chi vuole mantenere o rafforzare i propri privilegi.
Sebbene la pubblicazione abbia scatenato una valanga di reazioni come ormai sovente accade in Italia, quando non ti uniformi al pensiero unico dell’esser docile e dell’allinearti ai fautori del “cambiar tutto affinché tutto resti come e peggio di prima”, bisogna ammettere che Roberto Perotti, con coraggio e senza ipocrisia, ha squarciato un velo di silenzio e ha contribuito ad arricchire il dibattito su una questione vitale per il futuro di questo nostro sempre “più povero” Paese.
Significative per il lettore le dichiarazioni dell’Autore:
“Ho girato molto dopo l’uscita del libro, e ho avuto l’opportunità di confrontarmi con diverse realtà assai eterogenee tra di loro. Ma, ahimè, confesso un grande pessimismo.
Non mi aspettavo molto dai politici, perché sono tra i principali protagonisti dello scempio attuale, mi aspettavo poco dalla gran parte dei docenti, perché a loro volta hanno molto da perdere da un sistema che premia i migliori; mi aspettavo molto di più dagli studenti, ma a mio parere, non sono per nulla consapevoli che per aumentare la qualità bisogna prendere misure sempre più concrete e l’unica misura che può funzionare è quella di indirizzare le risorse verso chi lavora bene e toglierle drasticamente a chi lavora male. Così si renderebbe davvero un servizio pubblico di qualità a tutti quegli studenti che sono prigionieri di Università (e noi aggiungiamo di Scuole) scandalose e corrotte. Purtroppo mi sono accorto che uno dei drammi delle nostre università ( e delle nostre scuole) è che gli studenti procedono per slogan.. Più o meno consapevolmente sono coprotagonisti di una battaglia di retroguardia e conservatrice”.
Come ex ricercatore e capo d’istituto mi associo, senza se e senza ma, alle amare riflessioni di Roberto Perotti, docente libero, serio e preparato.
Speriamo che non gli accada di “fuggire” dal “sistema” come ad altri è capitato, per riappropriarsi altrove della “propria dignità”troppo spesso violata.
Dirigente scolastico
Giovanni Mario Incatasciato
giovanni.incatasciato1@istruzione.it
Autore: mario incatasciato
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