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Geoturismo come scoperta e comprensione delle bellezze geologiche negli iblei.  

Siti ad elevato valore scientifico e paesaggistico

 

La provincia di Ragusa ha un vario ed interessante patrimonio geologico. Trattasi di siti abbastanza suggestivi del tipo idrologico- idrogeologico, geologico –stratigrafico e geomorfologico.
La Conca del Salto a Modica si trova a valle del fiume Fiumara e rappresenta un esempio di sito idrogeologico; la sorgente Micenci e i Pantani di Ispica, come il tratto di costa compreso tra Punta Ciriga e Punta Castellazzo sono sicuramente validi esempi del  geomorfologico, mentre di significato geologico-stratigrafico sono gli affioramenti Cretaceo-Eocenici della Formazione Amerillo in territorio di Giarratana.

In questi ultimi anni si registra una grande attenzione e tanto interesse per il paesaggio ed in  particolare per i beni naturali, tra cui le componenti geologiche e quelle geomorfologiche che da sempre hanno costituito oggetto di richiamo per la loro spettacolarità. Ne è prova che luoghi come la Monument Valley negli Stati Uniti, o i geyser islandesi o Ayers Rock in Australia sono visitati da tantissimi turisti alla ricerca di forti emozioni.
Oggi la pianificazione dell’uso del territorio presuppone la necessità di avere un quadro completo dei beni che insistono su di esso, siano essi paesaggi culturali o naturali di alto pregio.
Gli elementi che conferiscono  valore al paesaggio fisico costituiscono un forte potenziale di ricchezza economica.
I siti ad elevato valore scientifico e paesaggistico se sapientemente valorizzati e se resi pubblici,possono assumere un forte potere trainante per l’economia del territorio e per l’educazione dei giovani al rispetto dell’ambiente. La progettazione di sentieri geologici, con l’inserimento di geositi  in percorsi didattici scientifici e culturali a carattere pluridisciplinare, consentirebbe la fruibilità del territorio non solo ai fini turistici, ma anche  divulgativi e formativi.
 Anche la provincia di Ragusa ha la potenzialità per creare sentieri geologici, magari con inclusi punti di osservazione panoramici, aree ricreative e di sosta. Nel suo territorio sono presenti, infatti, geositi di grande impatto ambientale e con una marcata caratterizzazione paesaggistica.

La Conca e la Grotta del salto sono da inquadrare geograficamente all’interno degli Iblei esattamente lungo il corso della Fiumara di Modica, una striscia di terra, larga non più di quattro- cinquecento metri che sinuosamente si allunga, seguendo per circa sette chilometri il corso del Torrente motycano dalla periferia sud-ovest della città, fino a Scicli. Al chilometro 4,2 dalla città di Modica sulla sinistra della provinciale per Scicli una selva di arbusti d’euforbia segnala una conca: un dislivello di circa 20 metri, dal quale l’acqua, in doppia lingua, dopo aver scavato un canale nella roccia carsica si precipita giù fra molti spruzzi che svaporano nell’aria circostante.
L’origine della cascata è da collegare all’attività tettonica post messianica, responsabile dell’attuale assetto.
In località Salto, tramite una stradina rurale è possibile giungere al letto della Fiumara da dove risalendo per circa 1000 metri si giunge ad un laghetto posto ai piedi della cascata. La cosa più importante del Salto non è solo lo spettacolo della Cascata, ma anche il fenomeno carsico delle grotte sotterranee. In questa zona tramite ispezioni sotterranee sono state scoperte sei grotte meravigliose con presenza di
stalattiti e stalagmiti e laghetti interni. Dalla sponda destra del laghetto è possibile accedere ad una grotta carsica, il cui vasto atrio si sviluppa alle spalle della cascata, che può ritenersi la meraviglia delle meraviglie. E’ la Sala dei Lampadari, così detta per la presenza di una miriade di stalattiti a grappoli, normali ed eccentriche, bianche e di vario colore.
Il sito è interessante dal punto di vista carsico, infatti in esso si possono osservare due tipi di morfologie: una di tipo superficiale e l’altra di tipo ipogea. La Conca del Salto è anche una vera e propria oasi di specie vegetali. Sono presenti  ciclamini, narcisi, giaggioli, capperi, capelveneri, nepitella, ranuncoli, biancospini, timi, mirti, euforbie. Un po’ più rada è la vegetazione arborea costituita da salici, melograni, albicocchi, noci, bagolari.
  La sorgente Micenci si trova lungo la spiaggia nei pressi di Donnalucata. Trattasi di acquiferi
carbonatici, permeabili per fessurazione e carsismo, alimentati direttamente dalle precipitazioni sotto forma di infiltrazioni, generalmente drenati alla base da alcune sorgenti ,e caratterizzate da portate anche elevate. Questa sorgente scaturisce sulla battigia formando una piccola conca d’acqua, ma è presumibile che la vera scaturigine sia più profonda rispetto alla polla che sgorga dalla sabbia. La costa del comune di Ispica è compresa fra le foci delle due maggiori paludi del sud est della Sicilia: il pantano Longarini ed il Pusaidone . L’ampia insenatura che si trova tra la foce del Pantano Longarini e Punta Castellazzo fu chiamata dai Greci e dai Romani Porto Ulisse a ricordo delle peregrinazioni dell’eroe di Itaca, mentre dagli Arabi ebbe l’appellativo di Marza. In questo sito oltre al Pantano Longarini è presente il Pantano Bruno che è alimentato da un bacino poco esteso che non arriva mai al totale prosciugamento. E’inoltre presente  il cosiddetto Gorgo Salato di forma allungata ed arcuata, privo di emissario superficiale , e ricco di vegetazione palustre.
Dal punto di vista morfologico la zona è rimasta allo stato naturale, solo in seguito ad opere di bonifica e di antropizzazione i pantani occidentali ad acqua dolce sono stati colmati, mentre quelli orientali ad acqua salina si sono mantenuti.
Nel 1988 i pantani Longarini, Bruno e Gorgo Salato sono stati inseriti nel patrimonio delle risorse naturali regionali. L’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura ha annoverato questi luoghi come ambienti da preservare e proteggere. Essi, infatti, oltre ad ospitare uccelli limicoli ,svernanti ed unici nel loro genere, sono stazioni di sosta di migratori acquatici e presentano una ricca varietà di vegetazione alofila ed igrofila.
Nella zona della Marza trovasi Punta Ciriga e Punta Castellazzo, un tratto di costa di circa due
chilometri formato da una falesia alta mediamente metri dieci, comprendente grotte naturali, scogli e faraglioni fra cui il principale chiamato “Scoglio Iannuzzo”. Ultimamente sono state realizzate delle barriere frangiflutti a protezione della costa.Questa costa come è noto è soggetta a spostamenti in arretramento o avanzamento. Il tratto  basso fra porto Ulisse e Punta Muro ha subito nel tempo un notevole avanzamento mentre la costa alta fra Punta Castellazzo e Punta Ciriga viceversa è stata soggetta ad un processo di arrettramento. L’itinerario da noi proposto  rappresenta sicuramente un esempio di gestione integrata e di recupero ambientale di sicuro interesse scientifico e turistico.

 

 
 
   
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