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La scuola nella società dell'informazione 

I rapidi e continui processi di cambiamento culturale, sociale, del mondo del lavoro , del sistema produttivo in generale, che caratterizzano la nostra epoca chiedono ai diversi soggetti di mettere in campo capacità di adattamento attivo, di riconversione degli”attrezzi” culturali e professionali a disposizione. In questo quadro la formazione diventa strumento fondamentale per sostenere e favorire la partecipazione delle persone alle trasformazioni necessarie in una logica di apprendimento continuo. La formazione si colloca così sull’asse dei bisogni delle persone in risposta alla domanda di consolidamento di abilità di base, di opportunità di integrazione sociale, di sviluppo di competenze professionali, fino a dilatarsi verso l’acquisizione di nuove consapevolezze, cittadinanza attiva, e di strumenti per il miglioramento della qualità della vita in generale. L’elevato dinamismo che caratterizza la nostra società, definita sempre più spesso “Società dell’informazione”, pone come centrale l’informazione stessa, attribuendole il ruolo di risorsa strategica che condiziona l’efficienza dei sistemi divenendo fattore di sviluppo economico, di crescita e di ricchezza culturale. Questo il ruolo della scuola e della formazione nei prossimi anni: quello di incontrare soggetti nei diversi momenti della loro vita, nelle loro storie professionali ed esistenziali e nella loro collocazione in un territorio socialmente e produttivamente caratterizzato, offrendo strumenti che siano funzionali al vivere meglio in una società complessa. Gli strumenti con cui il sapere viene divulgato modificano i processi, ma anche i modi con cui si acquisiscono le conoscenze. Le ricerche nel campo delle tecnologie dell’informazione applicate ai processi di apprendimento, di formazione hanno una rilevanza strategica sia dal punto di vista culturale che economico. Da ciò emerge con chiarezza la necessità di sviluppare le potenzialità delle diverse tecnologie ed in particolare gli strumenti per supportare prodotti che permettano di fare acquisire, sapere in modo critico. Il paradigma dell’apprendimento cambia: non è più informazione per la formazione, ma apprendimento dentro, attraverso e nonostante i rumori dell’informazione. Oggi ci troviamo, paradossalmente, nella stessa condizione in cui ci si trovava alle soglie della Rivoluzione industriale, quando si chiedeva al cittadino una nuova preparazione, più completa e diversa da quella necessaria ad una società basata esclusivamente sulla produzione agricola. Oggi viviamo un rivolgimento assimilabile per i suoi effetti a quell’epoca, anzi, gli eventi si susseguono ancora più in fretta e le urgenze sono maggiori. Non è possibile svolgere alcun lavoro, o anche semplicemente partecipare alla nuova società, senza venire a contatto con il trattamento automatico delle informazioni. Continueranno ad esistere docenti, medici, avvocati, giornalisti, economisti e tecnici con le loro conoscenze specifiche; ma essi dovranno svolgere il loro lavoro in modo nuovo, con i mezzi e gli strumenti che la società interconnessa e digitale mette loro a disposizione. Sempre meno le professioni del presente sono lo specchio di quelle future, meno che mai di quelle passate: ogni giorno nascono professioni nuove e i mestieri di tipo tradizionale si arricchiscono di contenuti. Questa è la conseguenza del passaggio dalla società industriale alla società dell’informazione. Questo radicale cambiamento comporta uno sforzo enorme per la scuola ed i sistemi formativi in generale, sforzo che non era mai stato affrontato dalle società precedenti. Il problema si pone per la formazione delle nuove generazioni e per le persone già inserite in ambito lavorativo, o per quelle che ne sono state estromesse e che devono essere riqualificate. Una scuola qualificata, moderna e seria assicura l’esercizio dei diritti, il superamento delle discriminazioni sociali per una cittadinanza responsabile; prepara alla vita e al lavoro e a scelte secondo le vocazioni ed i progetti di ciascuno; garantisce l’istruzione a tutti, accogliendo chi proviene da culture e mondi diversi; attua l’integrazione delle persone diversamente abili; promuove il merito e valorizza le competenze.

Autore: Mario Incatasciato

cultura@ingegnicultura.it 

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