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Bilancio di quarant'anni dedicati alla scuola: troppe riforme rimaste sulla carta 

Mario Incatasciato Dirigente del prestigioso ITC Archimede lascerà l'incarico a settembre "in questo mondo non riesco più a riconoscermi, ecco i motivi della rinuncia" Il mondo della scuola lo ha vissuto per quarant'anni dal 1968 al 2008. Comincia come assistente universitario alla facoltà di Pedagogia dell'Ateneo catanese. Ora, dirige l'istituto "Archimede" di Modica. Come dire, una delle istituzioni scolastiche più antiche di Italia. E, naturalmente, più prestigiose. A settembre lascerà, passerà la mano anche se, da dirigente, sarebbe potuto rimanere ancora per almeno sette anni. Mario Incatasciato, 59 anni, preside da 24 in seguito a concorso nazionale, non farà, però il pensionato. "Continuerò ad impegnarmi-afferma- per proseguire quella grande e fondamentale missione conoscitiva ed educativa che, secondo me, è la bussola dell'attività scolastica. Così intendo l'istituzione-scuola, così l'ho sempre intesa". Lei ha attraversato quasi mezzo secolo di scuola: il '68, le contestazioni studentesche, il " 18 politico"all'università, la stagione delle riforme, i decreti delegati,l'introduzione dell'autonomia scolastica, il nuovo esame di Stato, i debiti formativi. Adesso dice basta. Ha qualche rimpianto? Non vorrei parlare di rimpianti perchè la mia scelta professionale è stata piena di soddisfazioni e dettata dalla passione per il mondo della scuola e dal fatto di credere in un lavoro fondamentale per la crescita della società. Più che di rimpianti, parlerei ora di fredda e lucida presa di distanza da un mondo, non sempre noto ai non addetti ai lavori, nel quale non riesco più a riconoscermi che si è evoluto, che è cambiato, che si è adattato ai tempi- cosa legittima e, direi, necessaria- ma che, negli anni, sembra avere smarrito determinati valori fondanti, stretto tra compromessi, pregiudizi, condizionamenti e mortificazioni. Sembra avere abdicato al suo ruolo di "guida" della società, di palestra di vita, di primo approccio ai problemi concreti con i quali siamo chiamati a confrontarci. Una deriva che le istituzioni,secondo me, non sono state capaci di governare. Ho creduto e credo nella scuola: quella del rispetto e del riconoscimento reciproco di ruoli e funzioni, delle regole e dell’osservanza delle norme, dell’etica dei comportamenti, dell’equilibrio e del senso di giustizia; dell'accoglienza ed integrazione del diverso, del debole, del meno tutelato; una scuola intesa come servizio continuo alla società ed al territorio dove si opera. In questi ultimi tempi si parla spesso di emergenza educativa, sanitaria e giudiziaria. Qual è il suo pensiero in merito? In questi settori, fondamentali per qualsiasi Paese civile ci sono riforme mai completate, più dubbi che certezze. E il mondo della scuola,nel quale opero e che ritengo di conoscere un po’ meglio, rimane in balia di riforme mai concluse e "calate" in un sistema che non appare pronto e disponibile ad assumere innovazioni che, spesso, rimangono solo sulla carta. Ma c'è di più. Il ruolo della cultura è diventato sempre più marginale e questo si riflette sul sistema-scuola ma, purtroppo, anche sul sistema-paese. Il Ministero dell'Istruzione, per esempio, non è certamente tra i più ambiti. La scuola deve fare i conti con un milione di personale, sette milioni di studenti, centocinquantamila precari, due riforme-la Berlinguer e laMoratti- abortite, la questione salariale, sempre aperta. I problemi sono consequenziali e, direi, inevitabili: il dualismo tra scuola pubblica e privata,la qualità dell’istruzione, la selezione del personale, l'integrazione degli extracomunitari, i fenomeni, sempre più frequenti, di bullismo che non depongono certo a favore del nostro sistema scolastico. A disegnare un quadro ancora più fosco, anche i numeri. Secondo una indagine Ocse, infatti, la scuola italiana è al trentacinquesimo posto come offerta formativa. Quali sono le prospettive per la scuola? La scuola deve essere considerata un bene di tutti: istituzioni, famiglie, enti, società civile in generale. L’istruzione e la formazione continua per uno Stato moderno devono essere al centro di ogni scelta perchè la scuola è la prima istituzione con cui ci confrontiamo, il primo volto che lo Stato assume è quello dei nostri maestri ed insegnanti; le prime leggi che ci insegnano a rispettare sono quelle della scuola; è in essa che si comprende di avere diritti e doveri e si impara a distinguere il limite tra libertà individuale e quella degli altri. E' la scuola che deve diffondere la cultura della legalità e della convivenza civile e deve formare uomini liberi e non asserviti al potere. E' difficile "ricominciare" a fare qualcosa di diverso dopo quarant'anni di attività professionale nella scuola. Il suo futuro personale? Oggi voglio mettere a disposizione dei giovani e delle loro famiglie l'esperienza accumulata, essere uomo di scuola anche dopo aver concluso l'esperienza, per così dire, amministrativa. Raccontare alla pubblica opinione vizi e virtù del sistema scuola. Vorrei,aiutare i giovani ad autoproporsi, a diventare imprenditori di se stessi,a svincolarsi dalle tentazioni della strada e dalle lusinghe del potere; fare parte di associazioni, enti che si occupano di volontariato a favore di soggetti deboli ed in difficoltà; conoscere e far conoscere la nostra realtà sociale, economica ed imprenditoriale; far conoscere, apprezzare e, se possibile, valorizzare il nostro patrimonio architettonico, culturale, ambientale e naturalistico. Ecco, dopo quarant'anni dentro la scuola,vorrei fare tesoro, oltre lo spazio geometrico delle aule e degli uffici, di quattro decenni passati a contatto con una realtà, costituita da generazioni di giovani studenti, che ha sicuramente marcato il mio lungo e variegato percorso professionale. La scuola, comunque, merita ed aspetta di essere seriamente riformata e valorizzata. Colgo, l’occasione tramite il suo giornale di salutare e ringraziare istituzioni, enti, associazioni, comunali e provinciali, organi di informazione, singoli genitori ed operatori, con i quali in questi anni abbiamo condiviso, programmato e spesso realizzato percorsi di formazione e crescita per i nostri giovani studenti.

Autore: Piero Pace giornale on line modicainfo

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